Sacrificio di Isacco

Michelangelo Buonarroti

Sacrificio di Isacco

Il foglio autografo di Michelangelo parte dai precedenti rinascimentali, in particolare dal Sacrificio di Isacco scolpito da Donatello per l’opera del Duomo di Firenze e ne amplifica la portata drammatica sia attraverso il serrato dialogo tra Abramo e l’angelo sia per mezzo della torsione dei corpi. L’opera, databile intorno al 1530, rivela una fase matura dell’attività del grande artista e sembra preannunciare il movimento tormentato del Giudizio finale nella Cappella Sistina. 

Il tratto avvolgente del disegno, pienamente leggibile nonostante qualche ripasso più tardo, rivela l’intrinseca qualità del segno creativo di Michelangelo. Il foglio michelangiolesco, inoltre, risulta particolarmente importante per la presenza di un’immagine dello stesso soggetto sul verso, che solo il restauro ha permesso di ritrovare, quando nel 2017 è stato rimosso il controfondo che lo nascondeva. Il disegno scoperto sul verso è un rapido e potente schizzo a matita nera (forse ripreso dal vivo) realizzato dall’artista girando il foglio e ridefinito poi con una matita rossa visibile lungo il contorno della composizione. Sarà possibile, attraverso l’osservazione ravvicinata di entrambe le facce, leggere il succedersi dei due disegni.  L’immagine del Sacrificio d’Isacco non risulta essere uno studio propedeutico per la realizzazione di opere con tale soggetto, ma ciò non impedì allo schema iconografico michelangiolesco, probabilmente apprezzato per il suo potenziale drammatico, di venire ripreso dagli artisti successivi.