Tintoretto rivelato

Jacopo Robusti. Annunciazione del Doge Grimani
2019/2020

Tintoretto rivelato

Annunciazione del Doge Grimani

Nel cinquecentesimo anniversario della nascita del maestro veneziano Jacopo Robusti detto Il Tintoretto (1519-1594), viene esposta l’opera l’Annunciazione del Doge Grimani, un capolavoro maestoso (cm. 277,5 x 171,5), di proprietà privata, pressoché mai visto dal grande pubblico, carico di significati spirituali e di segreti artistici.

Curata da Giovanni Valagussa, la mostra è anche l’occasione per un approfondimento critico su quest’opera che, dopo un’importante segnalazione di Roberto Longhi che la giudica un’opera giovanile, l’Annunciazione è sempre stata considerata pienamente autografa. Solo nella scheda di Paola Rossi del 1982 (R. Pallucchini – P. Rossi, Jacopo Tintoretto: le opere sacre e profane, 1982) si ipotizza cautamente che possa esservi l’intervento del figlio di Jacopo, cioè Domenico Tintoretto.

In realtà restando ad oggi piuttosto sfuggente l’identità di Domenico e soprattutto in considerazione dell’alta qualità pittorica di alcuni passaggi eccezionali come la figura dell’angelo in volo oppure delle idee del tutto originali della finestra con i vetri antichi tondi di Murano o della naturalistica cesta in primo piano, si deve immaginare una esecuzione autografa di Jacopo, forse coadiuvato dalla bottega in alcune parti secondarie, come era prassi normale nella sua vastissima attività. Il vistoso pentimento nella posizione della mano sinistra di Maria (chiaramente visibile nelle indagini all’infrarosso) contribuisce a confermare l’ideazione in prima persona da parte di Jacopo. L’evento – che vede il coinvolgimento attivo di circa 130 ragazzi delle scuole in PTCO – è accompagnato da un ampio ciclo di incontri di approfondimento e si chiude con una lectio magistrali di Vittorio Sgarbi presso l’Aula Magna del Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Lecco. Straordinaria l’affluenza di pubblico, che sfiora i 22 mila visitatori.